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ADDITIVI ALIMENTARI: tanti dubbi, un’unica certezza

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Leggendo l’etichetta dei prodotti alimentari confezionati spesso ci si imbatte in una serie di sigle sconosciute: E150, E621, E322 … Sono gli additivi alimentari.

Inventati dall’industria alimentare, gli additivi sono molecole che, prive di potere nutritivo, sono utilizzate a scopo tecnologico nelle preparazioni alimentari industriali col fine di:

  • conservarne nel tempo le caratteristiche chimiche e fisiche
  • evitarne l’alterazione spontanea
  • impartirne od esaltarne particolari caratteristiche di aspetto, sapore, odore e consistenza.

Gli additivi alimentari si distinguono in:

  • Coloranti(da E100 ad E199), di origine naturale o sintetica, conferiscono un colore ad un alimento o ne restituiscono la colorazione originaria, nel caso in cui sia alterata durante la lavorazione o la conservazione pre-commercializzazione del prodotto. Esempio: Caramello (E150a) (qual è la più famosa bibita del mondo che lo contiene?)
  • Conservanti(da E200 ad E299), rallentano il processo di deterioramento del cibo causato da microrganismi quali muffe, batteri e lieviti. Quasi tutti gli alimenti industriali che si conservano a lungo contengono conservanti, a meno che non sia stato usato un altro metodo di conservazione come congelazione, inscatolamento, essiccazione o salagione. Esempi: spesso la frutta secca è trattata con anidride solforosa (E220), mentre nelle carni conservate (es. il prosciutto cotto) è facile trovare nitriti e nitrati (E249 – E252).
  • Antiossidanti(E300 ad E322), prolungano il periodo di conservazione dei prodotti alimentari impedendo a grassi, oli e alcune vitamine di combinarsi con l’ossigeno nell’aria ed ossidarsi. L’ossidazione causa irrancidimento, variazioni di colore, la perdita di consistenza e di vitamine, diminuzione del potere nutritivo e la formazione di prodotti nocivi. Esempio: Acido ascorbico (E300) o vitamina C
  • Correttori di acidità(da E325 ad E385), conferiscono all’alimento un gusto acidulo. Esempio: acido citrico (E330)
  • Addensanti, gelificanti, emulsionanti e stabilizzanti(da E400 ad E495)
    • gli addensanti aumentano la viscosità di un prodotto alimentare e la sua consistenza;
    • i gelificanti, avendo la capacità di trattenere l’acqua, aumentano la massa dei prodotti in cui vengono aggiunti. Una sostanza gelificante comunemente usata è la pectina (E440), che viene utilizzata per la produzione di marmellate;
    • gli emulsionanti, quali le lecitine (E322), favoriscono la miscela di ingredienti che altrimenti si separerebbero, come l’olio e l’acqua;
    • gli stabilizzanti impediscono agli ingredienti miscelati di separarsi nuovamente, rendendo possibile il mantenimento dello stato fisico chimico del prodotto.
  • Esaltatori di sapidità (E620 a 637), esaltano il sapore o la fragranza o entrambi di alimenti trasformati dolci o salati, senza aggiungere un loro sapore specifico.
  • Aromatizzanti: conferiscono agli alimenti specifici odori e sapori. Possono essere naturali o artificiali: se non espressamente indicato (es. “aroma naturale di vaniglia”), l’aroma è di sicura origine sintetica (es. “aromi”).

Infine, pur non rientrando nella categoria degli additivi, è utile menzionare gli edulcoranti o dolcificanti (E950-E967), quali sostanze estranee alla normale composizione degli alimenti e sottoposti a procedure di valutazione. Utilizzati al posto dello zucchero, gli edulcoranti conferiscono un sapore dolce ai prodotti alimentari o danno un’edulcorazione estemporanea. Esempi sono l’aspartame (E951), la saccarina (E954), l’acesulfame K (E950), lo xilitolo (E967), lo stevia.

Sono migliaia le molecole impiegate come additivi alimentari. La Food and Drug Administration (FDA) americana ha autorizzato l’uso di oltre 3.000 molecole: molte sono di origine naturale, tante sono di origine naturale ma modificate in laboratorio per ottimizzare le loro proprietà, altre ancora sono molecole di sintesi (create ad hoc in laboratorio).

Tra gli additivi di origine naturale ritroviamo alcuni nutrienti importanti per la salute:

  • la vitamina C, o acido ascorbico (E300) e i derivati (E301, E302,E303), utilizzati come antiossidanti;
  • il licopene(E160d), presente nel pomodoro, le antocianine (E163), abbondanti nei frutti di bosco, la vitamina B2 o riboflavina (E101), e la curcumina(E100), usati invece come coloranti.
  • il glutammato(E620) e la glicina (E640), due amminoacidi che rientrano nella composizione delle proteine, impiegati come esaltatori di sapidità
  • l’acido citrico(E330), contenuto nei limoni, è un comune regolatore di acidità.

L’impiego di tutti gli additivi è regolamentato a livello nazionale e comunitario:

  • in Europa, è l’Agenzia Europea per la Sicurezza alimentare (EFSA), che ha il compito di stabilire gli additivi autorizzati identificandoli dalla lettera E seguita da un numero (numero INS – International Numbering System); inoltre, quando possibile, definisce la dose giornaliera ammissibile (DGA), ovvero, la quantità di additivo (mg per kg di peso corporeo al giorno) che un individuo può consumare quotidianamente, nell’arco della vita, senza correre rischi apprezzabili per la salute
  • in tutto il Mondo, il Joint expert Committee on Food Additives (JECFA) della FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e per l’Agricoltura) e dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Le dosi giornaliere ammissibili (DGA), attualmente non disponibili per tutti gli additivi alimentari, subiscono continui aggiornamenti e rivisitazioni sulla base dei nuovi dati scientifici: entro il 2020 l’EFSA dovrà eseguire una nuova valutazione di tutti gli additivi alimentari autorizzati per l’impiego nell’UE anteriormente al 20 gennaio 2009, prima che questi possano essere inseriti nel nuovo elenco UE.

Ed intanto?

Alla luce degli studi scientifici compiuti sino ad oggi, non è stata evidenziata alcuna relazione diretta tra il consumo degli additivi in quantità limitate e l’insorgere di malattie e/o problemi per la salute.

L’unica eccezione è costituita da Nitrati e Nitriti (E249 – E252).

Presenti in natura nell’acqua ed in alcune verdure, nitrati e nitriti sono usati come conservanti soprattutto in carne lavorata e salumi (dove oltre ad inibire la proliferazione del Clostridium Botulinum, aggiungono sapore e colore alle carni lavorate, come ad esempio il prosciutto cotto).

Nitrati e nitriti, di per sé innocui, possono subire delle modificazioni all’interno dell’organismo umano o durante la cottura ad alte temperature ed essere convertiti in molecole cancerogene: i nitrati sono convertiti in nitriti dall’azione delle ghiandole salivari in bocca.

I nitriti, a loro volta, possono combinarsi con altre molecole, le ammine (presenti negli alimenti ricchi di proteine come carne, salumi, formaggi) a formare le N-nitrosammine, molecole potenzialmente cancerogene. È dimostrato come un consumo eccessivo e prolungato di nitriti è associato ad aumento del rischio dei tumori dello stomaco e dell’esofago.

In particolare, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato i nitrati e i nitriti ingeriti come probabilmente cancerogeni per gli esseri umani (Gruppo 2A).

È consigliabile quindi evitare i cibi contenenti nitriti e nitrati, sottoforma di nitrito di potassio (E249), nitrito di sodio (E250) e nitrato di potassio (E252).

Quindi, esclusi nitrati e nitriti, sugli additivi alimentari attualmente esistono ancora molti dubbi:

  • È facile che un additivo passi da innocuo a pericoloso e, viceversa, da pericoloso ad innocuo.
  • Gli studi scientifici fanno sempre riferimento a quantità limitate e non considerano la quantità totale di additivi alimentari consumati in ogni singolo giorno o pasto.
  • Gli stessi studi non valutano l’interazione tra diverse tipologie di additivi né gli effetti da accumulo nell’organismo di piccole quantità
  • Non vi è alcuna prova di effetti a lungo termine degli additivi alimentari (considerando la loro breve vita nella storia alimentare umana)
  • Ad oggi, non è chiaro se queste sostanze possano sviluppare reazioni allergiche, ma è sicuro il loro contributo all’insorgenza delleintolleranze alimentari.

Per fare qualche esempio recentissimo:

  • il biossido di titanio (E171) , colorante usato in decine di prodotti alimentari come dolci, caramelle, ma anche cosmetici e dentifrici, in un nuovo studio firmato dall’Istituto nazionale per la ricerca in agricoltura (INRA) francese, pubblicato su Scientific Reports, se assunto per bocca dai ratti di laboratorio, viene assorbito dall’intestino, e lì produce alcuni squilibri immunitari e potrebbe favorire la formazione di lesioni precancerose.
  • il paradosso delle bibite dietetiche contenenti dolcificanti ipocalorici: secondo uno studio pubblicato lo scorso gennaio dalla rivista International Journal of Obesity, fanno aumentare l’appetito ed, al termine della giornata,  le calorie non assunte attraverso lo zucchero delle bibite vengono compensate da quelle provenienti dai cibi consumati con più frequenza o in maggior quantità nel resto della giornata.

Perciò, acquista prodotti freschi, non raffinati, non trasformati, che non necessitano di “interventi tecnologici” per essere apprezzati,  così come la natura li propone.

Fai una spesa consapevole ed EVITA GLI ADDITIVI ALIMENTARI!

TIPS & TRICKS NUTRIZIONALI:

  • Scarica un’ app sugli additivi alimentari sul tuo smartphone: ti sarà d’aiuto quando fai la spesa!
  • Controlla l’ordine degli ingredienti tra prodotti simili e scegli sempre quello che ne possiede meno

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